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Attenzione a like e condivisioni. Dici basta ai Leoni da tastiera.

Un like ad un leone da tastiera può costare caro !

Dopo le notizie apprese su Gino Cecchettin che è stato  insultato sui social da leoni da tastiera più o meno consapevoli e sobri, ho deciso di scrivere questo post. Non voglio entrare nel merito, non è il luogo opportuno, ma voglio solo mettere in guardia chi, con un solo Like, può trovarsi nei guai.

I social media hanno rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo e condividiamo informazioni, ma spesso dimentichiamo quanto possa essere potente un semplice “like”. Molte persone danno poco peso al fatto di mettere un “like” a un post su Facebook, pensando che sia solo un piccolo gesto di apprezzamento o un modo per mostrare solidarietà. Tuttavia, la realtà è che questo innocuo clic può avere conseguenze legali serie e potrebbe trasformarci in “leoni da tastiera” inconsapevoli.

Quando mettiamo un “like” a un post, stiamo effettivamente approvando o supportando ciò che è stato detto o condiviso. Sebbene possa sembrare un gesto insignificante, in alcuni casi può portare a situazioni spiacevoli, come diffamazione, molestie o discriminazione. Ad esempio, mettere un “like” a un post offensivo o diffamatorio potrebbe farci diventare involontariamente complici di comportamenti dannosi.

 

leoni da tastiera
leoni da tastiera

Giusto che sia

In molti paesi, diffamare qualcuno o partecipare a un comportamento dannoso online può avere conseguenze legali. Mettere un “like” a un post diffamatorio potrebbe farci diventare responsabili di diffamazione per associazione. Inoltre, in alcuni casi, potremmo essere coinvolti in azioni legali se il post oggetto del nostro “like” viola leggi sulla privacy , diritti umani, body shaming , discriminazione, minacce e tanto altro ancora.

La Suprema Corte: Un ‘Like’ sui Social Media può Essere un Atto di Istigazione all’Odio Razziale

La recente sentenza della Suprema Corte ha sollevato una questione di fondamentale importanza riguardo all’uso dei social media e all’incidenza dei nostri gesti online sulle leggi contro l’odio razziale. In particolare, la Corte ha stabilito che un semplice “like” su un post razzista, nel caso specifico antisemita, pubblicato su un social network, può essere considerato un grave indizio del reato di istigazione all’odio razziale.

La decisione della Cassazione si basa su un ragionamento significativo. Non è necessario aderire apertamente a un’associazione o esprimere esplicitamente le proprie convinzioni nazifasciste per essere considerati colpevoli di istigazione all’odio razziale. Un gesto apparentemente innocuo, come un “like,” può contribuire a diffondere in modo più ampio un messaggio già diretto a un pubblico imprecisato. Un semplice “mi piace,” un pollice in su su Facebook, un cuoricino su Instagram o Twitter, o persino un emoticon di approvazione su WhatsApp possono avere un impatto significativo.

Nel caso esaminato dalla Corte, un individuo è stato giudicato responsabile di aver messo “like” su alcuni post antisemiti e di averli condivisi tramite i suoi account social. Nonostante la difesa sostenesse che i “like” rappresentassero solo una manifestazione di gradimento e non dovessero essere considerati come prova di adesione a un gruppo nazifascista o alla condivisione di scopi illeciti, la Corte ha stabilito il contrario. Ha ritenuto che le manifestazioni di adesione e la condivisione di contenuti discriminatori e negazionisti contro gli ebrei, descritti come “veri nemici,” e contro la Shoah, definita “una menzogna madornale,” fossero sufficienti per configurare il reato di istigazione all’odio razziale.

La responsabilità online

Questa sentenza solleva importanti questioni sulle responsabilità online e sull’importanza di riflettere attentamente prima di interagire con contenuti sui social media. Il nostro comportamento online può avere implicazioni legali. Dovremmo essere consapevoli delle conseguenze dei nostri gesti online. Promuovere il rispetto e l’inclusione online dovrebbe essere una priorità per tutti noi, al fine di evitare involontariamente di contribuire a messaggi dannosi e discriminatori.

Sentenze come queste ella Suprema Corte ci ricorda che un “like” sui social media non è mai solo un gesto insignificante. Esso può avere implicazioni legali e morali significative. È essenziale essere responsabili e consapevoli delle nostre azioni online e promuovere un ambiente online più positivo e rispettoso.